Era l’11 gennaio quando la piccola Sharon, 18 mesi appena, è morta dopo quello che inizialmente era apparso come un tragico incidente domestico nella sua abitazione di Cabiate e che ha assunto poi i contorni di un orrendo crimine del quale è accusato il giovane che l’accudiva. Quattro mesi dopo, i familiari della bimba potranno almeno dare l’ultimo saluto alla piccola, circondati dall’affetto e dal sostegno della comunità di Cabiate.
L’ultimo addio è stato rinviato a lungo perché solo nelle ultime ore, terminati tutti gli accertamenti, la procura di Como ha dato il nulla osta per il funerale della bimba, che si svolgerà probabilmente martedì 11 maggio nella chiesta di Santa Maria Nascente a Cabiate.
L’autopsia avrebbe evidenziato che la bimba è morta per le gravi ferite e violenze subìte mentre era in casa con l’uomo accusato di quelle violenze, Gabriel Robert Marincat, 25enne di origine rumena che era il compagno della mamma della piccola.
Le accuse
La procura di Como, con l’acquisizione dell’esame autoptico – si avvia alla definizione del fascicolo sulla morte della bimba. L’ipotesi di reato contestata è stata modificata, passando da morte come conseguenza di maltrattamenti in famiglia a omicidio volontario, sempre aggravato dalla violenza sessuale nei confronti della bambina.
Marincat aveva raccontato che Sharon, giocando, si era tirata accidentalmente una stufetta addosso. Per l’accusa invece l’uomo l’avrebbe maltrattata ripetutamente.
L’autopsia
L’uomo era stato arrestato dopo i primi, drammatici esiti dell’autopsia, che ora sarebbero stati confermati nelle relazioni definitive sull’esame effettuato all’ospedale di Bergamo.