Seconda, falsa partenza per il processo ai tredici indagati, accusati di violenza privata aggravata in concorso, per l’irruzione degli skinhead, il 28 novembre del 2017, durante una riunione dei volontari della rete Como senza frontiere, nel Chiostrino di Sant’Eufemia. Un gruppo di esponenti del Veneto Fronte Skinheads, provenienti da diverse zone della Lombardia e anche da altre regioni, aveva fatto irruzione durante la riunione e aveva costretto i volontari ad ascoltare la lettura di un comunicato contro il lavoro dei volontari che assistono i migranti.
La prima udienza del processo era stata fissata per il 4 dicembre scorso, ma era saltata per un difetto di notifica. Oggi la nuova data segnata in calendario ma di nuovo tutto da rifare, questa volta per un errore procedurale. Dal decreto di citazione a giudizio all’udienza sono trascorsi 57 giorni e non i previsti 60 e le difese hanno sollevato l’eccezione, facendo slittare nuovamente l’udienza al prossimo mese di ottobre.
Parte civile
Nella prima udienza dovrebbe essere sciolta anche la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile presentate da 12 dei presenti all’irruzione e da Anpi, Cgil, Associazione Luminanda, Arci, Sinistra Italiana e Rinfondazione Comunista, tutti firmatari del manifesto della rete Como Senza Frontiere.
La manifestazione
Questa mattina, in concomitanza proprio con la prevista udienza del processo agli skinhead, la rete di Como senza frontiere ha organizzato un presidio a poca distanza dal tribunale.