Rientro dei capitali detenuti all’estero: i contribuenti italiani avranno ancora un mese di tempo per aderire alla voluntary disclosure, la pacificazione con il Fisco italiano. Una procedura attorno alla quale vi è un forte interesse soprattutto nelle fasce di confine tra Italia e Svizzera, come la provincia di Como.
A un mese dal termine del 30 settembre, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare che chiarisce alcuni dubbi sulla questione.
E’ stato innanzitutto specificato che potranno aderire alla procedura anche i contribuenti presenti nella famosa Lista Falciani, a patto che non siano già stati interessati da controlli fiscali o procedimenti penali. Vengono poi forniti anche chiarimenti sui tempi di rimpatrio dei capitali, che possono essere fatti rientrare in Italia dal giorno successivo alla data di presentazione dell’istanza di voluntary disclosure. Nella stessa circolare, viene specificato quali elementi il contribuente deve poi fornire per dimostrare l’avvenuto rimpatrio del capitale.
Il documento dell’Agenzia delle Entrate affronta anche il tema di attività e valori frutto di evasione custoditi in cassette di sicurezza in Italia: in questo caso non è sufficiente l’autocertificazione. Apertura e inventario devono avvenire alla presenza di testimoni qualificati, notai o funzionari di banca. Tra i vari aspetti, si precisa anche che i prelievi da conti correnti esteri modesti e sporadici possono essere ricondotti al consumo personale del contribuente, anche in caso di patrimonio che non produca utili.
Sono alcuni dei numerosi chiarimenti contenuti nella circolare di diciannove pagine diffusa dall’Agenzia delle Entrate: un documento che i professionisti, specie in una terra di confine tra Italia e Svizzera come la provincia di Como, in queste ore staranno studiando riga per riga.