«Sanfilippo ha detto il falso. Certa gente è stata denunciata di falsa testimonianza per molto meno».
Nello Placido, monzese 45enne, ha risposto oggi – rilasciando spontanee dichiarazioni – alle accuse che gli erano state mosse nell’ultima udienza di fronte alla corte d’Assise d’Appello di Milano, nel processo per l’omicidio del 36enne di Villa Guardia Antonio Deiana, scomparso il 20 luglio 2012 e ritrovato sei anni dopo, seppellito in un seminterrato di una casa a Cinisello Balsamo.
Una difesa che ha anticipato la requisitoria della pubblica accusa, che ha chiesto per lui la condanna all’ergastolo con l’isolamento diurno (rispetto ai 22 anni in primo grado) insistendo molto sulla premeditazione, ancor più suffragata dalle dichiarazioni proprio di Luca Sanfilippo. «Nello Placido era con me il giorno in cui venne ucciso Antonio Deiana – aveva detto – Avremmo dovuto rapinarlo della cocaina. Sapevamo che avrebbe reagito, e avevamo messo in conto che avrebbe potuto finire male». Un colpo a sorpresa, anche perché Sanfilippo in questi anni non aveva mai parlato esplicitamente del complice. Fermato dalla polizia, aveva confessato l’omicidio dicendo di aver ucciso il comasco da solo. Gli agenti avevano invece proseguito l’indagine fino ad arrivare al fermo anche di Nello Placido.
L’udienza di oggi è poi proseguita con la parte civile – la sorella di Deiana – che in aula era rappresentata dall’avvocato Maruska Gervasoni, che si è associata alle richieste dell’accusa per quanto riguarda la pena, chiedendo anche una provvisionale da 250 mila euro.
La parola è infine passata alla difesa con una lunga arringa per cercare di smontare quanto contestato.
La sentenza è attesa nel mese di giugno.