La procura di Como ha chiuso le indagini sul caso dell’affidamento della gestione della piscina di viale Geno, contesa tra Pallanuoto Como e Como Nuoto. Il magistrato Pasquale Addesso contesta al presidente della Pallanuoto Giovanni Dato le accuse di falso ideologico del privato in un atto pubblico e turbata libertà degli incanti.
L’avviso della chiusura indagini e delle contestazioni è stato notificato al legale di Dato, l’avvocato Roberto Rallo. Già nei mesi scorsi la guardia di finanza aveva perquisito la sede della Pallanuoto Como in via Diaz. Tra i punti della contesa i numeri sugli atleti tesserati agonisti e non, un element chiave per l’assegnazione del bando.
La procura di Como avrebbe analizzato il numero reale degli atleti della Pallanuoto Como rispetto a quanto dichiarato. L’estate scorsa anche negli uffici del Comune di Como era arrivata la finanza dopo un esposto presentato dal consigliere di minoranza Alessandro Rapinese. L’impianto sportivo di viale Geno, storicamente gestito dalla Como Nuoto, era passato alla Pallanuoto Como per poi tornare alla Como Nuoto.
Secondo quanto emerge dopo la chiusura indagini, per la procura di Como la Pallanuoto Como avrebbe «attestato falsamente» al Comune di poter contare su 178 atleti agonisti, numeri che, secondo l’accusa, «non sarebbero corrispondenti al vero» in quanto il numero dei tesserati agonisti risultava sopravvalutato rispetto al reale. La società avrebbe avuto infatti 38 tesserati, come da elenchi vidimati dalla Federnuoto Lombardia. Il presunto falso riguarderebbe anche gli elenchi dei tesserati non agonisti.
La difesa, che ha sempre respinto con forza ogni contestazione dicendo di essersi semplicemente attenuta al bando del Comune e di aver comunicato gli atleti che avevano svolto attività agonistica avrà ora tre settimane per depositare un documento con la sua versione dei fatti.