Sul Lago di Como serve un cambio di rotta. A lanciare l’allarme Legambiente, al termine della tappa lariana della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale per la tutela dei bacini lacustri.
Tutt’altro che positivo il monitoraggio del ramo comasco del lago, con 5 punti su 8 oltre i limiti sulla gestione della qualità delle acque di balneazione. Maglia nera per il canale del depuratore di Como, alla foce del Cosia, in zona Tempio Voltiano, per la foce del torrente Albano a Dongo e del Senagra a Menaggio: in questi tre punti, fortemente inquinati, si è superato del doppio il quantitativo di escherichia coli ed enterococchi intestinali. Inquinata la foce del torrente Telo ad Argegno e quella del Breggia a Cernobbio. Dentro i limiti, invece, la foce del torrente Liro a Gravedona, del Bagnana a Lezzeno e lo scarico del centro di gestione Navigazione Laghi a Tavernola. “Anche quest’anno i dati segnalano le maggiori criticità lungo i corsi d’acqua che arrivano a lago” commenta Lorenzo Baio di Legambiente Lombardia, preoccupato per i mancati investimenti per il completamento delle reti fognarie e l’adeguamento dei depuratori. Un problema evidente anche a Como, basta pensare al Cosia. Se è vero infatti che il fiume negli anni e nei secoli passati ha raccolto molti scarichi industriali, ancora oggi sconta ritardi nel collettamenti dei reflui fognari.
Avete visto che macchia enorme di olio che fiorisce nel lago? pensate di fare qualcosa per bonificare quel fantastico lago?