È braccio di ferro tra Comune di Como e i privati della casetta sul lungolago: casetta rimossa a giugno, per ordine di Palazzo Cernezzi, e poi rimontata la notte scorsa, per volontà della società, forte di una sentenza del Tar che sospendeva la rimozione disposta dal Comune.
Stamattina il chiosco era chiuso e sigillato, senza operai né adetti all’interno. Anche perché, ieri pomeriggio, i lavori erano stati sospesi dall’Ispettorato del Lavoro per ragioni di sicurezza.
Ma i privati hanno che hanno rimontato la casetta puntano evidentemente a esercitare l’attività per la quale era stata chiesta la concessione, ossia un punto vendita di cibo. <Le persone che rappresento – dice Massimo Ambrosetti, legale della società – vogliono semplicemente avviare l’attività per la quale hanno investito decine di migliaia di euro; oppure, il Comune dia una valida alternativa. Siamo disponibili al dialogo, e non riteniamo di aver fatto forzature: abbiamo semplicemente applicato una sentenza del Tar>. Sulla contesa della casetta pende anche un esposto in Procura, presentato all’inizio della settimana dal Comune di Como per presunte irregolarità, contestate però dalla società.