Emergenza Covid nei luoghi di lavoro: dal 1° gennaio 2020 al 28 febbraio di quest’anno sono state denunciate in provincia di Como all’Inail quasi 2.400 (2.398 per la precisione) infezioni di origine professionale, che in quattro casi hanno portato al decesso.
La maggior parte è riconducibile ad operatori sanitari, che su tutto il territorio nazionale hanno pagato il prezzo maggiore dall’inizio del contagio.
I dati per attività economica
In base al codice Ateco delle attività, su scala regionale il 74% delle denunce si registra tra le professioni sanitarie, il 7% tra le imprese manifatturiere, il 4,6% nelle società di servizi alle imprese e di noleggio, il 2,1% tra il settore alloggio e ristorazione, l’1,4% tra la pubblica amministrazione, l’1,4% trasporto e magazzini e il 9,5% viene identificato come “altro”, che comprende anche tutto il personale scolastico.
E’ la fotografia dell’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) che emerge dal 14° “report nazionale sui contagi sul lavoro da Covid-19”.
Sul territorio comasco, sono le donne ad aver pagato il prezzo maggiore, con 1.803 casi denunciati, contro i 595 tra gli uomini.
Ben oltre la metà dei casi ha riguardato lavoratori “under 50”, con 479 fino a 34 anni di età e 929 nella fascia tra i 35 ai 49. Vi sono stati poi 963 casi dai 50 ai 64 anni e 36 oltre i 64 anni.
I mesi peggiori della pandemia sono stati marzo e novembre 2020, in concomitanza dunque con i picchi della prima e della seconda ondata.