<Siamo al collasso>. E’ questa in sintesi il motivo del presidio di questa mattina davanti al tribunale di Como dei lavoratori degli Uffici dell’Esecuzione Penale Esterna di Como (UEPE), ufficio che racchiude quattro province: Como, Lecco, Sondrio e Varese (anche se da poco nella città giardino è stata aperta una sede distaccata).
In totale sulle quattro realtà si contano 22 assistenti sociali, due centralinisti, due addetti della segreteria tecnica e altrettanti amministrativi, un solo autista.
Su Como nei primi cinque mesi del 2015 a fronte di 12 assistenti sociali sono stati seguiti 900 casi.
Gli uffici si occupano di condannati che scontano misure alternative alla detenzione, quindi affidamento in prova ai servizi sociali, ma vengono seguite anche persone con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza. Con la nuova misura della messa alla prova dell’imputato, che sospende il processo, il lavoro degli assistenti sociali è aumentato a dismisura. Sono 1.250 le pratiche aperte (tra Como, Lecco e Sondrio), 850 a Varese.
<Serve soprattutto personale, ma anche auto e – banalmente – cancelleria> hanno spiegato i lavoratori in presidio stamani fuori dal tribunale.
Si tratta di dipendenti del Ministero della Giustizia che attendono da anni risposte concrete per poter svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi.
Il presidio di questa mattina rientra nella giornata di mobilitazione di tutti gli UEPE della Lombardia.