Settimana scorsa a Como sono arrivati 76 profughi. Lunedì 20. Ieri, mercoledì, altri 29 e oggi 14. Domani è previsto l’arrivo di un gruppo consistente e così, in due settimane, Como potrebbe trovarsi ad accogliere 150 migranti. In tutta la provincia, ormai, sono più di 700.
Numeri che portano il direttore della Caritas di Como a lanciare un vero e proprio allarme: <Siamo al collasso>, dice Roberto Bernasconi.
Bernasconi non è solito usare parole pesanti. Quindi, se abbandona per un attimo la sua pacatezza per parlare di <emergenza assoluta>, significa che la situazione migranti, a Como, è davvero seria. <Siamo arrivati a raschiare il fondo del barile – dice – non ce la facciamo più. Stiamo spremendo i nostri volontari all’inverosimile, non so fino a quando potremo reggere con questi ritmi. E’ ora che la politica, miope a livello sia nazionale che internazionale, si svegli e inizi a lavorare con una prospettiva, al posto che tentare di tamponare le emergenze>.
Bernasconi ribadisce che la macchina dell’accoglienza sta per fondere. <Anche fossero mille migranti – dice – basterebbe che ogni Comune ne accogliesse quattro per affrontare l’emergenza. E invece le disponibilità sono poche. Basti pensare che a Como abbiamo due strutture come l’ex ospedale Sant’Anna e la caserma De Cristoforis e non possiamo utilizzarle a causa di veti politici>. Strutture che non dipendono direttamente dal Comune, ma che il sindaco di Como Mario Lucini non sarebbe contrario a utilizzare per l’accoglienza. <Le abbiamo segnalate, anche noi, alla Prefettura – dice Lucini, dopo aver premesso di riconoscere alla Caritas un grande impegno – ospitare i migranti in queste due strutture, ovviamente con numeri non eccessivi, potrebbe alleviare il problema dell’accoglienza>.
L’ipotesi di nuove strutture per i migranti in città va invece <assolutamente scartata> secondo Marco Butti, esponente di Fratelli d’Italia e quindi dell’opposizione. <Il grido d’allarme della Caritas – dice – deve arrivare all’Europa ma soprattutto al governo italiano, le cui politiche sull’immigrazione ci hanno portato a questa situazione>.
LO SFOGO DALLA QUESTURA
Sempre sul tema migranti, si registra oggi anche lo sfogo del Sap di Como, il sindacato di polizia «La Questura è diventata un enorme ufficio immigrazione. I cittadini devono sapere che la polizia non è più in grado di presidiare il territorio perché la maggior parte delle risorse è dirottata sulla gestione dell’emergenza profughi – dice Ernesto Molteni, segretario provinciale del Sap – Per l’ennesima volta una pattuglia di Ponte Chiasso che era in servizio di controllo sul territorio è stata inviata a Bresso, nel Milanese, per scortare fino a Como i profughi destinati a questo territorio. L’ufficio immigrazione è sommerso dalle pratiche e il personale non può occuparsi delle identificazioni – ha spiegato Molteni – È stata messa una scrivania in mezzo al cortile per effettuare le procedure. Tra l’altro, anche i colleghi della scientifica devono essere a disposizione 24 ore su 24 per rilevare le impronte. Continuano a togliere pattuglie dal controllo del territorio – ha denunciato il segretario del Sap – Distogliamo gli agenti dai servizi per occuparci esclusivamente della gestione degli immigrati. Adesso è troppo. Se questo governo vuole togliere tutte le risorse alla sicurezza per destinarle ai profughi lo dica chiaramente ai cittadini. Il prefetto, che rappresenta il governo, risponda ai comaschi che chiamano per un intervento».«La polizia di Como è già sottorganico – ha concluso Molteni – La sicurezza sta andando in tilt per far fronte all’emergenza immigrazione».