La sanità comasca divisa a metà: il progetto di riorganizzazione di Asl e aziende ospedaliere licenziato oggi dalla Commissione Sanità di Regione Lombardia porterà una parte del Lario a dipendere da Sondrio e dalla Valtellina, mentre il resto della provincia verrà accorpato a Varese.
La riforma del sistema sanitario regionale prevede l’istituzione di Ats, Agenzia di Tutela della Salute: simili alle Asl, ma con competenze più ampie, si occuperanno di programmazione, prevenzione, vigilanza e controllo. All’interno delle Ats verranno istituite le Asst, Aziende Sociosanitarie Territoriali, che erogheranno i servizi. Continueranno a chiamarsi “aziende ospedaliere” solamente le strutture con più di mille posti. L’azienda sociosanitaria territoriale di Como, che comprende tutta la provincia eccezion fatta per il medio e alto Lario, sarà – insieme con Varese e Busto Arsizio – sotto l’Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria.
L’attuale distretto Medio Alto Lario dell’Asl di Como, invece, sarà parte dell’Azienda Sociosanitaria territoriale della Valtellina, e quindi dipenderà da Sondrio. Valtellina e Valcamonica sono sotto l’Agenzia di Tutela della Salute della Montagna.
Un piano di riorganizzazione che non convince Luca Gaffuri, consigliere regionale comasco del Pd che siede in commissione Sanità. <In base ai dati che mi sono stati forniti – dice – Como non attrae molti pazienti dalla provincia di Varese, mentre i numeri da Lecco e Monza sono più alti. Ciò significa che l’accorpamento è stato disegnato con una matita sulla cartina, senza tener conto dei flussi dei pazienti e senza il coinvolgimenti degli amministratori locali e degli operatori sanitari>.