Didattica a distanza per tutti, anche per i figli del personale sanitario o di altri lavoratori “indispensabili”. A chiarirlo una nota del Ministero dell’Istruzione nella quale viene precisato che nel decreto del 2 marzo scorso non è prevista “la frequenza scolastica in presenza” dei ragazzi i cui genitori lavorano in corsia o svolgono mansioni ritenute fondamentali per i bisogni della popolazione.
Possibilità che nei giorni scorsi aveva creato molta confusione tra i genitori poiché non era chiaro quali professioni rientrassero. Sui social la notizia aveva innescato polemiche e acceso il dibattito.
LA PRECISAZIONE DEL MINISTERO
Con la precisazione odierna del ministero, diffusa anche dalla Regione Lombardia, si è messo un punto fermo in merito alle deroghe per lo svolgimento di attività didattica in presenza: la possibilità di rimanere in classe è “fatta salva – si legge – qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.
Queste sono, pertanto, le uniche eccezioni che possono essere previste.
LE PAROLE DELLA UIL DEL LARIO
“Si è creata solo ulteriore confusione, c’era infatti chi si stava organizzando e ancora una volta si è invece ritrovato al punto di partenza” ha detto Vincenzo Falanga, segretario Generale di UIL Funzione pubblica del Lario che poi si sofferma su un’altra questione sulla quale si attendono risposte. “A oggi non sono ancora stai previsti i permessi fondamentali per chi lavora. Le famiglie sono spaesate e se non arrivano le agevolazioni necessarie, presenti nella nuova parte del decreto ristori non ancora approvato, non ci potranno che essere pesanti disagi e ripercussioni sulla stabilità dei nuclei coinvolti. A ciò si aggiunge anche – dice ancora Falanga – la preoccupazione di capire, al più presto se tali permessi saranno retroattivi. Ancora una volta – conclude – regna la confusione”.