Da una parte la preoccupazione di un territorio intero per una possibile chiusura della frontiera italo-svizzera. Dall’altra l’arrivo di altri 16 migranti in provincia di Como nella notte, al massimo domani mattina, che verranno affidati alla Caritas dopo l’identificazione in Questura. L’emergenza profughi resta al centro dell’attenzione sul Lario. A creare scompiglio, nelle ultime ore, la provocazione di Norman Gobbi, presidente del governo del Canton Ticino, che in un’intervista a un settimanale di Zurigo ha parlato di chiusura del confine per far fronte all’emergenza profughi, a maggior ragione dopo il blocco francese. “Se l’afflusso di migranti proseguirà a questo ritmo, dovremo chiudere provvisoriamente la frontiera. Solo così potremo esercitare una pressione sui paesi che non fanno il loro dovere” ha detto Gobbi che già settimana scorsa, durante l’incontro con il governatore lombardo Roberto Maroni a Villa del Grumello si era detto preoccupato per gli ultimi sviluppi. Al momento solo una provocazione, un’ipotesi, ma che potrebbe creare pesanti ripercussioni in provincia di Como. Innanzitutto sotto il profilo della sicurezza anche alla luce della riduzione di organico per la polizia di frontiera, con una decina di agenti inviati a Malpensa durante Expo.