Il caso Viggiù, in provincia di Varese, ha spinto Ats e Regione a sperimentare un modello di intervento, con la zona rossa e la vaccinazione di massa, che potrebbe diventare un esempio da seguire in caso di ulteriori situazioni simili. Nel paese sono state individuate più varianti diverse, anche non ancora note e a partire da sabato sarà avviata una campagna di immunizzazione di tutti i residenti, comprende anche numerosi lavoratori frontalieri.
“In provincia di Como non è emersa la presenza di varianti e non abbiamo punte di concentrazione dell’aumento dell’incidenza – spiega Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria – Il caso di Viggiù non è legato in particolare ai frontalieri. Monitoriamo i due ambiti territoriali, Como e Varese, e non c’è una località dove i contagi aumentano in modo esponenziale, come appunto nel caso di Viggiù. C’è una diffusione generale legata alle maggiori libertà della zona gialla”. “Dobbiamo convivere con il virus – aggiunge – e quindi mantenere il più possibile le misure di sicurezza che ci possono aiutare”.
A Viggiù, lo screening ha permesso di accertare, su 90 tamponi positivi, 3 varianti inglesi, 13 scozzesi, 7 legate al virus originario di Wuhan e 5 non conosciute. “Nelle altre realtà in cui sono state riscontrate varianti la prevalenza è quasi sempre di quella inglese – dice Catanoso – A Viggiù invece la particolarità è la presenza di più varianti diverse”.
“Il modello di intervento con la vaccinazione di tutti i residenti nasce proprio per la presenza di più varianti – conclude il direttore dell’Ats – Se in altre realtà scoprissimo una situazione simile, che sia in una realtà di frontiera o in qualsiasi altra zona, andremmo ad attuare un sistema di gestione analogo”.