Omicidio volontario premeditato. Un reato punibile con l’ergastolo.
E’ la contestazione della Procura di Como – pm Massimo Astori – nei confronti di Ridha Mahmoudi, il tunisino 52enne che dovrà rispondere dell’omicidio di don Roberto Malgesini, prete degli ultimi ucciso a coltellate davanti alla chiesa di San Rocco, a Como, la mattina del 15 settembre.
Secondo la Procura, che ha disposto una consulenza psichiatrica, il 52enne, che conosceva il prete da anni e si era fatto aiutare, nel momento in cui ha accoltellato a morte don Roberto era pienamente capace di intendere e di volere. Nessun vizio di mente.
Lo stesso 52enne tunisino si era presentato dai Carabinieri di Como il giorno del delitto, ancora sporco di sangue, raccontando quanto era accaduto poco prima in piazza San Rocco. Secondo quanto emerso nelle fasi successive, l’uomo era convinto di essere vittima di un complotto per essere allontanato dall’Italia, un piano del quale – a suo modo di vedere – avrebbe fatto parte anche don Roberto.
Don Roberto Malgesini era un prete degli ultimi, che ha dedicato la sua vita ad aiutare nel silenzio poveri, senzatetto e persone in difficoltà. Conosceva bene l’uomo che aveva di fronte. Lo aveva aiutato, in passato. E mai avrebbe immaginato che la mano di quell’uomo potesse colpirlo a morte, alle spalle.