“Non ci piace la “narrazione” della Regione sui dati relativi alla qualità dell’aria in Lombardia, che in realtà continua ad essere fortemente inquinata”: lo sottolinea Roberto Fumagalli, presidente del Circolo “Ilaria Alpi”, che non condivide l’analisi dei dati presentata ieri dall’assessore regionale ad Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo. Nonostante l’aumento dei giorni di superamento dei livelli di polveri sottili nel 2020, l’assessore ha parlato di un “trend complessivamente positivo e in miglioramento su base pluriennale”.
“È innegabile che negli ultimi anni vi sia stata una diminuzione per alcuni parametri. Ma non viviamo in un Eden, – spiegano dal Circolo – siamo ancora, purtroppo, in una delle aree più inquinate d’Europa. La Regione – dicono – dovrebbe concentrarsi sui dati preoccupanti che riporta essa stessa, a partire dalle polveri sottili. I valori rilevati sul Pm10 superano, anche nel 2020, in modo diffuso i limiti sul numero massimo di giorni oltre la soglia di 50 microgrammi per metro cubo. E poi il dato sull’ozono, che continua a registrare diffusi superamenti dei limiti: a fronte di un massimo stabilito in 25 giorni l’anno, in provincia di Como lo sforamento si è registrato per 92 giorni”.
La Regione, intanto, pochi giorni fa ha prorogato il rinvio del blocco dei diesel euro 4, “pur sapendo – dice Fumagalli – che il traffico veicolare, e in particolare i diesel, sono responsabili di circa la metà delle emissioni di ossidi di azoto”.
“Compito della Regione – conclude – è quello di agire, mettendo in campo provvedimenti seri e duraturi. Anziché puntare sugli investimenti in nuove strade e autostrade, il Pirellone deve ripensare l’intera mobilità, favorendo anzitutto il trasporto pubblico. E poi incentivare l’uso di fonti energetiche pulite, per passare dai combustibili fossili alle rinnovabili”.