Un richiamo agli sforzi di solidarietà e aiuto reciproco. Il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, nell’omelia del pontificale del 31 dicembre in Cattedrale, ha ricordato l’impegno di chi, anche silenziosamente o informalmente, durante un anno molto difficile ha speso energie per aiutare il prossimo.
“In questi mesi abbiamo intravisto i segni di morte, nei diversi contesti, a partire dalle nostre famiglie, negli ospedali come nelle case di cura per anziani, nelle scuole, come nelle nostre comunità parrocchiali, segni che balzano subito agli occhi attraverso i mezzi di informazione – ha detto il vescovo – Tuttavia dobbiamo imparare ad ammettere e riconoscere anche i “segni di risurrezione”. Non possiamo dimenticare gli innumerevoli gesti di solidarietà, non solo da parte degli operatori sanitari, medici e infermieri (che hanno agito con una dedizione ammirevole), ma anche l’impegno di tante altre persone comuni che si sono prese cura degli altri e che si sono rivelate non tanto dei semplici funzionari o professionisti quanto dei veri fratelli, quali trasportatori, forze dell’ordine, addetti alle pulizie, badanti, sacerdoti e religiose, insegnanti, avendo cura di non seminare panico, ma corresponsabilità – ha concluso il vescovo di Como – Non è rimasta parola vuota la certezza che nessuno si salva da solo”.