Tignanello, Sassicaia, Amarone. Sono solo questi alcuni dei pregiati vini italiani falsificati e venduti in Svizzera. Grazie a un’operazione congiunta di carabinieri e guardia di finanza è stato smantellato un sistema di contraffazione a livello internazionale L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Asti. Secondo l’accusa, il gruppo in questione avrebbe immesso sul mercato elvetico, tra il 2016 e il 2018, 54 mila bottiglie di vino contraffatto ottenendo un guadagno illecito di quasi un milione di euro.
«Il vino veniva venduto in Ticino – ha specificato il tenente colonnello della guardia di finanza Fabrizio Notaro, secondo quanto riportato da Rsi, Radiotelevisione Svizzera – nei negozi della catena Otto’s».
Associazione a delinquere, riciclaggio, contraffazione, frode, distruzione di scritture contabili, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti sono le accuse ipotizzate a vario titolo nell’inchiesta, che ha fatto scattare nuove perquisizioni in tutta Italia. Come comunica anche Ansa, l’operazione aveva già portato, nel giugno 2018, al sequestro di 15mila bottiglie di falsi vini pregiati, oltre 10 mila etichette singole, più di 8 mila contrassegni di Stato per vini Doc e Docg, 165mila capsule di chiusura per bottiglie con marchi e loghi di aziende vitivinicole, 200 chili di aromi, sciroppi e coloranti vietati in uso enologico. Nove le misure cautelari emesse dal Tribunale di Asti.