Pediatri riuniti online questa mattina per un incontro di formazione sulla Sindrome di Kawasaki, la malattia rara che potrebbe essere collegata al Covid che ha colpito tre bambini comaschi. Mentre le condizioni dei piccoli fortunatamente sono in costante miglioramento, oltre cento specialisti di Como e Varese hanno partecipato al seminario promosso dalla pediatria del Sant’Anna e organizzato dalla direzione dell’Asst Lariana e dell’Ats Insubria.
La malattia di Kawasaki è una rara patologia infiammatoria dei vasi sanguigni che colpisce in genere i bambini fino a 5 anni. Si manifesta soprattutto con febbre alta per oltre tre giorni, congiuntivite, eruzioni cutanee, gonfiore e/o arrossamento delle mani e dei piedi. Nei giorni scorsi, a tre bambini comaschi è stata diagnosticata la malattia e per due di loro è stato necessario il trasferimento in terapia intensiva pediatrica al Buzzi di Milano e al Papa Giovanni di Bergamo. Le loro condizioni sono ora in netto miglioramento e hanno superato la fase critica. Il terzo bimbo, non interessato da problemi cardiaci, è tuttora ricoverato al Sant’Anna e anche le sue condizioni sono buone.
Insieme al primario Angelo Selicorni, per la pediatria del Sant’Anna sono intervenute le dottoresse Paola Cianci e Luisa Abbagnato e per i pediatri di libera scelta i medici Magda Carrà, Chiara Zambetti e Massimo Branca. “Considerato il numero di casi che si sono registrati in poche ore – ha sottolineato Selicorni – abbiamo ritenuto doveroso condividere con i pediatri del territorio l’esperienza, per rendere più precoce possibile la diagnosi di eventuali ulteriori casi”. “Oltre alla sintomatologia classica – aggiunge Selicorni – sono stati riscontrati casi di sindromi multi-infiammatorie correlate al Covid in bambini con un’età media più alta e con ulteriori sintomi come dolori addominali e vomito. Tra l’altro è una condizione che può insorgere anche a un mese di distanza dal Covid e indipendentemente dal fatto che l’infezione fosse stata sintomatica o meno e riconosciuta o meno”.
“Questo significa che bisogna fare estrema attenzione ai sintomi che si manifestano e in particolare alle condizioni generali del bambino – conclude Selicorni – che sono un indice di sospetto importante. Se adeguatamente riconosciuta e trattata, questa sindrome ha una prognosi favorevole con una guarigione completa e senza esiti a distanza”.