«Una situazione illogica ed estremamente rischiosa per la sopravvivenza delle imprese»: è quanto denunciano i rappresentanti delle categorie degli artigiani della Cna Lario e Brianza che erogano servizi alla persona quali acconciatori, estetiste, tatuatori e tutte le professioni che fanno riferimento al settore Benessere, attraverso una lettera indirizzata ai politici comaschi, ai prefetti di Como e Lecco e al governatore Attilio Fontana.
«Nelle zone “rosse” e “arancioni”, – si legge nel documento – le attività in oggetto sono pesantemente penalizzate. In particolare i parrucchieri rimasti operativi non hanno potuto lavorare con la clientela fidelizzata, obbligata a servirsi degli esercizi commerciali presenti solo entro i confini del proprio comune di residenza, senza potersi recare dal parrucchiere di fiducia. Non solo, – dicono gli esponenti della categoria – la condizione di esercizi in attività ha impedito anche la fruizione di ristori e agevolazioni. Con il passaggio della Lombardia in zona “arancione” il problema si reitera anche per le categorie di estetiste e tatuatori che la chiusura forzata della scorsa primavera aveva già pesantemente segnato».
La situazione sarebbe ulteriormente peggiorata – come denunciano dal settore – a causa dell’acuirsi del fenomeno dell’abusivismo. «Il fatturato è calato di oltre il 50% e le imprese in attività, ma con la possibilità di servire un numero esiguo di clienti, difficilmente riusciranno a riprendersi», spiegano. Gli artigiani chiedono dunque di aprire alla libera circolazione delle persone per recarsi su appuntamento nelle loro attività e di estendere gli aiuti economici anche alle imprese che, pur essendo rimaste aperte, hanno subito un calo del fatturato.