Dopo il cerchio litico del Sant’Anna nel territorio di Montano Lucino, adesso tocca al complesso di San Lazzaro. La senatrice dei Cinque Stelle Margherita Corrado, archeologa, ha presentato una nuova interrogazione di argomento lariano al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Nei giorni scorsi aveva sollecitato insieme ad altri sei senatori pentastellati interventi per la valorizzazione dell’insediamento preromano rinvenuto accanto al nosocomio di San Fermo. Ora l’intervento parlamentare riguarda la chiesa di San Lazzaro dei Lebbrosi accanto a San Rocco a Como. In attesa della pubblicazione del testo, la senatrice ha preannunciato l’iniziativa sulla sua pagina Facebook.
La struttura di via Teresa Rimoldi 5 è un’antica chiesa annessa all’Ospizio di San Lazzaro dei lebbrosi, fondato al tramonto del XII secolo per dare accoglienza e assistenza ai malati abitanti nella convalle. La chiesa risale anch’essa a fine XII-inizio XIII secolo ma fu ristrutturata trecento anni più tardi. Trasformata ad uso residenziale e commerciale e da tempo in abbandono, per la sua valenza architettonica e artistica è stata vincolata nel 2001. Le condizioni di avanzato degrado sono a portata di qualsiasi passante. Un fatto grave anche perché all’interno un tempo c’era un apparato decorativo prezioso raffigurante una danza macabra, realizzato nella seconda metà del Quattrocento. La senatrice ricorda nel suo intervento come due tentativi di acquisizione da parte del Comune nel 2005 e nel 2007 non siano andati a buon fine e che gli interventi di Palazzo Cernezzi (giunta di Mario Lucini) per mettere l’immobile in sicurezza. L’interrogazione torna a chiedere l’urgente acquisizione al patrimonio pubblico dell’antico edificio ecclesiastico («e meglio ancora dell’intera area corrispondente all’Ospizio di San Lazzaro») anche allo scopo di poterlo recuperare.
Uno dei più antichi monumenti di Como, costituito da una chiesa e dai resti di un convento e di un ospedale per il ricovero dei viandanti e il controllo delle epidemie, torna così inaspettatamente alla ribalta dopo che per lunghi anni due associazioni culturali lariane, Iubilantes e Società Archeologica Comense, hanno lottato per un suo recupero.