<Oggi qui c’è tutta la nazione, ancora sgomenta, che si raccoglie attorno a Giorgio, al giudice e all’avvocato>. Queste le parole di monsignor Garascia, nel duomo di Monza, all’apertura dei funerali di Giorgio Erba.
Duecentocinquanta persone si sono strette, oggi, attorno alla moglie e al figlio del 59enne ucciso giovedì scorso a colpi di pistola in Tribunale a Milano insieme con l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e il giudice Fernando Ciampi. Erba, morto in ospedale poco dopo l’attentato, era coimputato del suo assassino Claudio Giardiello. Nato a Cologno Monzese, appassionato di volo a vela, l’imprenditore 59enne era residente con la famiglia a Lurago d’Erba.
Oltre al procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti liberati, in duomo era presente anche il presidente del Senato, Pietro Grasso: <Sono qui in forma privata e per stare vicino alla famiglia della vittima>, ha detto ai cronisti.
Telecamere e macchine fotografiche hanno atteso all’esterno del Duomo. La famiglia ha preferito ai funerali di stato una cerimonia in forma privata, cercando di rispettare le volontà di Erba e quindi lasciando partecipare alle esequie parenti e amici più cari dell’uomo.