“Non ci stiamo rifiutando di effettuare le vaccinazioni antinfluenzali, non le abbiamo. La Regione le fornisce con il contagocce. E non ci rifiutiamo neanche di dare una mano con i tamponi, ma serve sicurezza”: il presidente dell’Ordine dei Medici di Como, Gianluigi Spata, ribadisce ancora una volta il ruolo dei medici di famiglia in questa delicata fase di emergenza sanitaria.
“Lo abbiamo già sottolineato nella lettera che come Federazione regionale lombarda degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri abbiamo inviato nei giorni scorsi alla Regione – dice Spata – Abbiamo offerto la nostra disponibilità nell’effettuare i tamponi, ma non all’interno degli ambulatori. È un problema di sicurezza per tutti. Se viene in studio una persona che si sottopone al test perché potenzialmente positiva, questo rappresenta un rischio per tutti gli altri pazienti. È possibile invece collaborare in strutture esterne, al fianco di altro personale sanitario”.
Nella lettera inviata alla Regione, che ad oggi non ha ottenuto risposta, i medici lombardi hanno sottolineato il sovraccarico di mansioni loro affidate in questo momento. “Stiamo seguendo tutti i pazienti positivi che non necessitano di ricovero ma che comunque presentano sintomi – spiega Spata – Si stanno rivelando efficaci anche le piattaforme di tele-monitoraggio per controllare i parametri dei pazienti più critici. Attiviamo le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, e concordiamo con loro le terapie migliori. Stiamo lavorando per incrementarle, perché attualmente sul territorio sono troppo poche. Andiamo a casa a visitare i pazienti complessi, anziani o con patologie croniche, oppure li riceviamo in ambulatorio. A questo si somma la somministrazione dei vaccini antinfluenzali. Riceviamo decine di chiamate ogni giorno, ma i pazienti devono capire che non siamo noi medici a non volerli fare – conclude Spata – Non abbiamo le dosi”.