Accelera la pandemia in Svizzera: il bollettino diffuso dall’Ufficio federale di sanità pubblica registra 9’386 nuovi casi positivi in Confederazione nelle ultime 24 ore, mentre sono 31 i decessi legati al Covid-19 segnalati in un giorno.
Da oggi su tutto il territorio elvetico entreranno in vigore le restrizioni presentate ieri da Berna, che prevedono innanzitutto l’uso della mascherina all’aperto e in ambiente lavorativo quando non è possibile rispettare la distanza interpersonale, la chiusura delle discoteche e il termine dell’attività di bar e ristoranti alle 23.00.
Aumentano i contagi anche in Canton Ticino, dove sono 380 i nuovi casi di coronavirus e 5 le vittime causate dalla pandemia.
Sul fronte ospedaliero, le persone attualmente ricoverate per Covid-19 sono 123, di cui 7 in terapia intensiva.
E proprio per rispondere alla seconda ondata dell’epidemia, le autorità ticinesi, durante una conferenza stampa a Bellinzona, hanno spiegato che il dispositivo ospedaliero verrà potenziato, l’assetto è ora in stato di prontezza, e per affrontare la seconda ondata sono previsti 40 contratti in più per il personale sanitario.
Durante il punto tenuto dai rappresentanti della sanità del cantone di lingua italiana è stato evidenziato come la media di pazienti ospedalizzati è di circa il 3,5% sulle nuove diagnosi, il 95% dei contagi ad oggi danno sintomi lievi e non necessitano ricovero ma questo non permette di negare il periodo di crisi, diversamente, spiegano le autorità, non avrebbero senso misure eccezionali.
“A marzo avevamo a disposizione un massimo di 800 letti –spiega Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica- Attualmente ne abbiamo 430 a disposizione, ma ci sono possibilità di un ampliamento ulteriore, che formalizzeremo nelle prossime settimane”. La difficoltà attuale di tutte le strutture, ha ribadito Bianchi, è di garantire le altre attività ospedaliere: “La seconda ondata è arrivata prima del previsto e dobbiamo tenerne conto nei prossimi mesi”.
«Se è vero che 35mila ticinesi hanno già contratto la malattia, abbiamo comunque un numero estremamente elevato di ticinesi che possono ammalarsi. –sottolinea Raffaele De Rosa, Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità- Non possiamo permetterci che ciò avvenga per tutti nello stesso periodo. Oggi abbiamo 380 persone che nella migliore ipotesi devono stare in isolamento. Poi ci sono i loro contatti. Se tutti non diamo il nostro contributo potremo arrivare a numeri esponenzialmente più alti».
Per questo, ribadiscono le autorità nel punto stampa, è importante rispettare le regole e spostarsi il meno possibile.