Terrore al Palazzo di Giustizia di Milano: stamattina un uomo, attorno alle 11, ha aperto il fuoco all’interno del Tribunale, uccidendo tre persone e ferendone altre due.
Il killer è stato catturato a Vimercate, dopo una fuga in moto. Si tratta di Claudio Giardiello, 57 anni, nato a Benevento e residente a Brugherio, in Brianza, imprenditore del settore edile, imputato per bancarotta.
Le vittime sono Fernando Ciampi, giudice fallimentare, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani – che in passato aveva anche difeso il suo aggressore, ma che oggi era in aula come testimone – e Giorgio Erba, coimputato di Giardiello nel fallimento dell’Immobiliare Magenta.
Secondo quanto riferito dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, l’uomo sarebbe entrato dall’ingresso riservato a magistrati e avvocati, mostrando un falso tesserino. Dopo la sparatoria, in pochi istanti all’interno del Tribunale si è scatenato il panico. L’edificio è stato evacuato quando, molto probabilmente, l’aggressore era ancora all’interno. La gente si è riversata in strada. Quando è stato catturato a Vimercate, il killer – secondo il ministro dell’Interno Angelino Alfano – sarebbe stato pronto a uccidere ancora.
Pochi minuti dopo la notizia, magistrati e giudici del Tribunale di Como hanno rilasciato un commento: <È unanime il sentimento di dolore per i feriti e per la tragica morte di un collega, di un avvocato e di un testimone presente in tribunale; dolore unito allo sconcerto per le modalità con cui questi assassinii sono avvenuti. Al dolore e allo sconcerto si accompagna tristemente un senso di delusione per i tanti appelli rimasti inascoltati e fatti affinché la magistratura possa lavorare in condizioni e con mezzi adeguati al ruolo che la Costituzione affida e tornando a riconoscere la delicatezza e la dignità della funzione giurisdizionale>.