Nessun provvedimento per piazza Volta o per viale Geno, le zone della movida comasca. Il sindaco, dopo le parole del premier Giuseppe Conte alza le mani e ammette. “Non abbiamo i mezzi per chiudere e controllare alcune zone” e le stesse considerazioni arrivano da Cantù ed Erba.
Il Governo nell’ultimo Dpcm ha scaricato sui territori le misure più restrittive, lo stesso presidente del consiglio ha parlato dei sindaci e subito si sono scatenate le polemiche anche perché poi nel testo dell’ordinanza la parola “sindaci” non è presente. Ad ogni modo si tratta di condizioni inaccettabili per gli amministratori locali alle prese in questa situazione con una cronica carenza di personale.
“Lo scaricare sui sindaci la responsabilità di eventuali coprifuoco e zone rosse ha fatto arrabbiare un po’ tutti” conferma il primo cittadino di Como, Mario Landriscina.
Proprio in città, è noto, dal dopo lockdown non sono mancate alcune zone calde, da piazza Volta a viale Geno. “Ci sono stati assembramenti, ma mi chiedo come possa intervenire il Comune – spiega il sindaco – mandiamo alla sera 3 pattuglie a controllare i ragazzi, ma il territorio è ampio e l’organico è scarso. Qualcuno pensa che la polizia locale sia un esercito pronto a intervenire. Per fare certi servizi servono uomini e risorse”.
Si discosta di poco da Landriscina la riflessione di Alice Galbiati, sindaco di Cantù. Anche nella Città del Mobile si sono verificati assembramenti in centro, in piazza Garibaldi in particolare. “Adesso Conte affida a noi la possibilità di disporre il coprifuoco in alcune zone – dice Galbiati – Dopo che l’avremo disposto come spiegheremo ai nostri cittadini che non abbiamo gli uomini per effettuare i controlli? – si domanda – In generale, il senso è di scoramento – prosegue – A marzo ci avevano dato arco e frecce per combattere il covid. Oggi ci danno le transenne per chiudere le strade. Adesso poi si aggiunge il “giallo” dell’eliminazione della parola “sindaci” dal testo del Dpcm, così può partire il balletto della competenza. A marzo – conclude – si poteva anche accettare qualche sbavatura dettata dall’impreparazione all’emergenza, ma non ora, dopo mesi ad attendere la seconda ondata”.
“Se mi dai gli strumenti per mettere in pratica coprifuoco e zone rosse è un conto, ma mettere così delle parole su un decreto e annunciarle la domenica sera per il lunedì non ha alcun senso – commenta Veronica Airoldi, sindaco di Erba – Noi siamo sotto organico da mesi per la polizia locale, eppure da marzo abbiamo uomini impiegati con il coordinamento della Questura per servizi straordinari”. “C’è una scarsa considerazione del territorio da parte del governo centrale e scarsa comunicazione – denuncia Airoldi – Ora abbiamo creato un rapporto diretto con Ats Insubria sulle emergenze, ma per il resto ci si sente abbandonati”.