Resta la specie più abbondante, ma fa registrare un calo del 20%, per questo il lavarello “re del Lario” sarà osservato speciale per i prossimi mesi. Forse una normale oscillazione, forse parte della colpa va attribuita al salmerino che invece fa notare un incremento.
Cresce l’agone, tiene il persico e si contano sempre più esemplari di siluro.
La popolazione ittica del Lago di Como emerge dai dati sull’andamento del pescato professionale, numeri che permettono di fornire indicazioni anche sullo stato di salute delle acque. Il quantitativo assoluto nel 2014 supera le 194 tonnellate (numero leggermente al di sotto della media del decennio). 77 i pescatori di professione che hanno lavorato nel Lario e nel lago di Mezzola.
L’85% del pescato totale è costituito da Coregone (meglio noto – come lavarello ne sono state pescate 105 tonnellate), Agone (+28% rispetto al 2013) e persico, tutti e tre –peraltro – molto apprezzati in cucina. Continua il trend positivo del salmerino. <Una buona notizia per lo stato di salute generale del lago, perché è una specie molto esigente dal punto di vista ambientale – spiega Carlo Romanò, responsabile del Servizio Pesca della Provincia di Como – non si può escludere però che la predazione di uova esercitata da questa specie sia una delle possibili cause della diminuzione di lavarelli>.
Prosegue il calo delle catture di cavedano. Bene invece l’anguilla (salita a 121 kg). Pari a zero le alborelle perchè la specie è protetta con il divieto assoluto di pesca.
Per la prima volta ha fatto invece il siluro ha fatto la sua comparsa nelle statistiche del pescato. <Per ora le catture sono poco significative – poco più di un quintale – spiega ancora Romanò – ma cominciano a destare qualche preoccupazione perché si fanno sempre più frequenti. Nel fiume Adda a pochi km dal Lario si sono visti esemplari di più di 30 kg. A poco a poco stanno iniziando la colonizzazione ma crediamo – conclude – che le caratteristiche del Lario non siano particolarmente adatte alla vita di questa specie>.