L’indagine ha un nome piuttosto singolare: Ghost Track, camion fantasma. Già, perché i responsabili di questa banda facevano letteralmente sparire il carico. E poi non avevano problemi ad ammetterlo telefono.<Ci siamo appropriati della merce>, dicevano, con l’arroganza di chi immagina di non essere rintracciato. E invece, i loro piani sono stati scoperti. Dieci misure di custodia cautelare, due delle quali in carcere, nei confronti delle due persone ritenute a capo della banda dei tir fantasma, che aveva la base in Campania e aveva fatto sparire merce in Italia ed Europa per 3 milioni di euro. L’indagine è partita da Como, nel 2011, quando un’azienda ha denunciato la sparizione – o meglio l’appropriazione indebita – di un carico da 230mila euro. I carabinieri della compagnia di Como hanno lavorato per due anni e sono riusciti non solo a capire il modus operandi della banda, ma anche a intercettare uno dei camion usati per trafugare la merce e individuare la sede dell’organizzazione criminale a Scafati, nel Salernitano. Per competenza territoriale, il procedimento quindi è stato trasmesso dalla procura di Como a quella di Nocera Inferiore, che ha coordinato le operazioni ed emesso le ordinanze di custodia cautelare. La banda usava le credenziali di ditte esistenti o creava una ditta ad hoc per assicurarsi una commessa; dopodiché, spariva con il prezioso carico, dopo aver sostituito le targhe del camion (prendere la foto dal video dell’intercettazione) e messo fuori uso i sistemi di tracciamento satellitare, faceva semplicemente – si fa per dire – sparire qualsiasi tipo di carico: dalla plastica ai detersivi,dal cibo agli elettrodomestici.