Lutto nella cultura lariana. Como piange un altro dei suoi illustri artisti. Nella notte tra giovedì e venerdì è morto all’ospedale Sant’Anna di San Fermo lo scultore Amedeo Arpa (nelle foto Mv), nato nel 1931 a Resana (TV) e noto oltre i confini nazionali anche come cultore dell’antica arte della falconeria. Aveva lasciato il lavoro di imprenditore edile condiviso con il fratello nel 1970 per darsi completamente all’arte. Fin dagli anni Sessanta risaliva invece la passione per la caccia e l’
allevamento di falconi, cui aveva dedicato nel 1998 un Trattato di falconeria giunto sette secoli dopo lo storico volume De arte venandi cum avibus del re di Sicilia Federico II. Arpa, che aveva il suo atelier a San Fermo, aveva anche ricoperto la carica di presidente della Federazione Italiana Falconieri, curandone anche i rapporti internazionali. Come operatore culturale, Arpa era stato anche presidente dell’Associazione Belle arti della città di Como. Innumerevoli i riconoscimenti artistici ricevuti da critica e pubblico. La sua cifra stilistica era tutta nelle sue sculture sinuose, in metallo lucido, in cui, diceva, aveva cercato di materializzare i suoni in volumi: “Ho creato così dei motivi scultorei che hanno la loro ragion d’essere in quanto soggetti a leggi armoniche e ritmiche”. “Como piange un grande maestro”, commenta commosso il pittore di Camnago Volta Franco Russolillo, che gli è stato vicino fino all’ultimo, facendosi tra l’altro promotore presso il Comune di Como della collocazione di un’opera dell’artista di San Fermo in una piazza cittadina. “Speriamo adesso si possa realizzare in sua memoria”, dice. Statue di Arpa, realizzate in acciaio inox, sono in collezioni private in Danimarca, Belgio, Germania, Iraq, Egitto, Francia, Svizzera e Stati Uniti. I funerali dell’artista si svolgeranno domani, sabato, alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Fermo.
Tratto dal Corriere di Como
Invado questo spazio con poche righe di saluto al mio vicino di casa, signor Arpa. Splendido artista, ma per me soprattutto persona bellissima ed inconsueta. Uno sguardo dolce e austero, a volte quasi difficile da sostenere per come andava dentro. Uomo di poche parole, ma di enorme comunicativa, empatico. Quante volte mi sono sorpresa ad ammirarlo passeggiare nel suo giardino,accudire ai suo falchi, richiamare i suoi cani, sistemare le sue sculture. Guardando fuori dalla finestra oggi, e vedendo il gancio al quale appendeva discretamente pomodori e fichi che raccoglieva per me e mio figlio, so che questo posto non sarà più lo stesso.