Ogni mattina i comaschi si mettono in auto e devono pregare che non ci siano cantieri a sorpresa o che qualcuno non abbia dimenticato di comunicare i lavori. Insomma, Como appare una città fuori controllo. Dove un’azienda (che pure ha riconosciuto l’errore e si è scusata) può iniziare uno scavo in una delle vie principali, in piena ora di punta, senza che nessuno batta ciglio. E dire che Como, in quanto a dimensioni, non è certo New York. All’indomani dell’ennesimo cantiere di cui non si sapeva nulla – a detta del Comune – finalmente è stato possibile ricostruire la filiera degli errori che ha mandato in tilt il traffico. A chiedere scusa oggi però è soltanto l’azienda impegnata nei lavori di viale Roosevelt che ha chiarito prima ai dirigenti di Palazzo Cernezzi e poi alla stampa cosa è accaduto. “La squadra in subappalto intervenuta – si legge in una nota – ha aperto il cantiere senza comunicarlo alla Direzione Lavori dell’azienda OpenFiber e quando la Direzione è arrivata sul posto gli scavi erano già realizzati a quel punto – hanno aggiunto – per chiudere l’area è stato necessario attendere il ripristino della minitrincea. Il cantiere è stato dismesso verso le 16.30.” Alla spiegazione sono seguiti provvedimenti sempre da parte dell’azienda (la squadra operativa è stata sanzionata per l’errore e sono stati allontanati i referenti) e – come detto – le scuse ai cittadini.
Quella di viale Roosevelt è la terza situazione paradossale in poche settimane. A inizio settembre la paralisi nella zona del viadotto dei Lavatoi, una manciata di giorni dopo operai in azione in viale Innocenzo per tracciare le strisce pedonali e a fine mese l’ennesimo intoppo. Il tutto, peraltro, in un momento in cui sono la viabilità cittadina è messa a dura prova dal raddoppiamento dei tempi di chiusura dei passaggi a livello.
Dal canto suo l’assessore ai Lavori Pubblici Pierangelo Gervasoni oggi si difende e si giustifica: “Sono arrabbiato perché è stato commesso lo stesso errore di venti giorni fa. Chi lavora sbaglia ma – ammette – non deve più succedere che le conseguenze le paghi la città come in questi ultimi casi”.
Il Comune, dopo una riunione già programmata per stamattina con tutti gli enti e le aziende che lavorano in città, ha quindi imposto una stretta e pretende una migliore organizzazione. Entro il 30 novembre è stato chiesto un piano dettagliato a ciascuna impresa in modo tale da pianificare, valutare e coordinare meglio ogni singolo lotto.
Insomma, tirando le somme: l’azienda incaricata non ha informato il Comune dei lavori. Al netto di questa ricostruzione, al netto delle scuse dell’impresa, al netto delle giustificazioni dell’assessore Gervasoni, resta da chiedersi: come mai, in mancanza di una comunicazione dell’intervento, il Comune non si sia mosso subito, e in modo tempestivo, per bloccare gli operai prima che venisse scavato l’asfalto? È mai possibile che un cantiere di queste dimensioni, e in punto cruciale della città, sfugga totalmente al controllo del municipio, che se n’è accorto praticamente solo a cose fatte?
Sono domande che, chi è rimasto bloccato nel traffico di ieri, ancora si sta ponendo. Alle quali l’assessore, che peraltro non si è scusato con i comaschi, ancora non ha risposto.