Il sì ha stravinto in Italia così come in provincia di Como.
Fin dallo scrutinio dei primi seggi si era intuito un netto margine a favore del taglio dei parlamentari italiani, la bandiera del Movimento 5 Stelle sostenuta – con toni più o meno convinti – da una buona fetta dei partiti.
Apertamente contrari alla riforma costituzionale erano la sinistra tradizionale, i radicali e Azione di Calenda. Scettici, se non critici, anche i leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e Matteo Renzi di Italia Viva.
Nel Comasco il 67,66% dei votanti si è espresso a favore del sì. Una percentuale lievemente inferiore rispetto a quella nazionale, ma comunque bulgara.
Nelle analisi post voto si è scoperto, però, che la maggior parte dei “no” è concentrata nelle città più grandi, e in particolare nei centri storici.
Una tendenza in parte confermata anche in provincia di Como. Nella maggioranza dei comuni il “sì” ha quasi sfiorato il 70%, mentre a Como città le percentuali sono state più equilibrate. Nel capoluogo lariano il “sì” ha ottenuto il 61% dei voti, quasi sette punti in meno rispetto alla media provinciale.A conferma di questa tendenza, il dato di Milano, dove il “sì” è andato di poco oltre il 56%.
La volontà degli italiani e dei comaschi, ad ogni modo, è chiara: meno parlamentari. Per la precisione, 230 deputati e 115 senatori in meno.