Una rete di 30 anni sulla quale sono in corso opere di manutenzione straordinaria i cui lavori nelle prossime settimane rischiano di creare non pochi disagi al traffico cittadino. Parliamo del teleriscaldamento di Como affidato dal Comune alla società Comocalor S.p.A, la cui convenzione è in scadenza ad ottobre 2020.
Di fatto un modello di sostenibilità ambientale che si scontra però con una realtà fatta – soprattutto negli ultimi anni – di guasti e intoppi che ha reso necessario un piano di riqualificazione da 2 milioni e mezzo di euro annunciati lo scorso giugno. Bisogna sostituire le tubazioni nei punti chiave della rete o in quelli tecnicamente e logisticamente più complessi. La stessa società, presentando i lavori, aveva parlato di “un piano straordinario non più rinviabile perché nei mesi più freddi l’impatto dei cantieri sul traffico, sull’esecuzione delle opere legata alle condizioni meteo e ovviamente sull’erogazione del riscaldamento sarebbe pesante”. La domanda che si pongono i cittadini è “si riuscirà ad ultimare tutto in tempo?”.
Attualmente – si legge sul sito – la rete si sviluppa nella zona Sud di Como nei quartieri di Camerlata, Muggiò, Rebbio, Breccia e Albate per una lunghezza totale di 18 chilometri, il calore è fornito a 140 condomini oltre al Poliambulatorio di Via Napoleona, la piscina comunale di Muggiò, diverse scuole e impianti sportivi. Facile immaginare le conseguenze di eventuali ritardi.
Comocalor fa riferimento alla galassia di Acsm Agam. Nel settore il gruppo è presente in tre territori, oltre a Como anche Monza e Varese. Si tratta di reti non comparabili per le diverse caratteristiche orografiche, urbanistiche e per l’età degli impianti. Il più recente è quello di Monza (che ha 20 anni), 25 quello di Varese.
In tutte le realtà si sta operando per rendere più efficiente il servizio, ma in riva al Lario si fanno i conti con opere di manutenzione straordinaria mentre a Monza è in corso l’ampliamento della zona Est ed è stato progettato l’ammodernamento della centrale di Monza Sud.