Gestori delle discoteche sul piede di guerra: la decisione, deliberata dal Ministro della Salute, di chiudere le sale da ballo a tempo “indeterminato” ha portato molti responsabili del settore a rivolgersi all’Associazione Giustitalia, e ad impugnare davanti ai giudici amministrativi dei tribunali competenti, il Decreto ministeriale che –spiegano- sembra aver dimenticato completamente questo comparto che conta 2.500 imprese, 50.000 dipendenti e lo scorso anno ha registrato un fatturato complessivo di circa 5 miliardi di euro.
Oggi –lanciano l’allarme- un terzo dei locali potrebbe non riaprire in quanto non sono previsti aiuti dallo Stato, da mesi non ci sono entrate, a parte la piccolissima parentesi di luglio, mentre bisogna pagare affitti e stipendi ai dipendenti che vivono e mantengono le loro famiglie con quest’attività.
Inoltre migliaia di lavoratori stagionali come dj, musicisti, addetti alla sicurezza, barman e imprese di spettacolo sono fermi. Gli esercenti del settore chiedono alla Magistratura l’annullamento della chiusura delle discoteche e dei locali da ballo all’aperto, mentre concordano sull’obbligo di indossare la mascherina anche in pista dalle ore 18 alle ore 6.