Prende il via nei prossimi giorni una collaborazione scientifica tra Università dell’Insubria e SEA Aeroporto per verificare l’uso di diversi metodi diagnostici per loscreening del SARS-CoV2, il virus che provoca il Covid-19. Si tratta di una sperimentazione che coinvolge i dipendenti dell’aeroportosu base volontaria: saranno sottoposti al Test rapido salivare e alla toccatura lacrimale, due procedure innovative nate nei laboratori dell’ateneo di Varese, Como e Busto Arsizio i cui risultati saranno messi a confronto con quelli del tampone standard.
L’idea del test rapido salivare è di Lorenzo Azzi, ricercatore in Odontostomatologia, e Mauro Fasano, professore di Biochimica, e la prima sperimentazione è stata condotta tra aprile e maggio nel laboratorio di Microbiologia diretto da Fausto Sessa all’Ospedale di Circolo di Varese. Il prototipo è stato elaborato da una ditta di Reggio Emilia, partner nel progetto con l’università dell’Insubria: la sperimentazione servirà per studiare le performance del dispositivo e calibrare eventuali aggiustamenti prima di partire con una produzione su larga scala.
Anche la toccatura lacrimale è una metodologia non invasiva e studia il ruolo delle lacrime come fluido biologico per l’individuazione del virus, ampliando una ricerca già condotta all’Asst dei Sette Laghi di Varese.
L’iniziativa è la prima tra Università dell’Insubria e Sea e si pone come l’inizio di una collaborazione scientifica strutturata. L’esito positivo della sperimentazione consentirebbe l’utilizzo dei test salivari in aeroporto anche per i passeggeri e sarebbe una leva decisiva per la ripresa del trasporto aereo.
«È sempre una soddisfazione vedere come le iniziative scientifiche, nate nel contesto universitario, siano in grado di uscire dai laboratori e generare valore sul territorio», sottolinea il professor Mauro Fasano, delegato del rettore dell’Insubria Angelo Tagliabue per l’Innovazione e il trasferimento tecnologico, nonché co-inventore del Test rapido salivare.