Quindici anni per le coltellate mortali alla mamma della sua compagna. Sentenza di primo grado oggi per l’omicidio, nell’ottobre dello scorso anno, di Celestina Castiglia, pensionata di 79 anni uccisa nel cortile della sua abitazione a Vighizzolo di Cantù. La donna è stata colpita almeno sette volte da Massimiliano Bellugi, 40 anni, compagno della figlia della vittima.
Accusato di omicidio volontario, assistito dal legale Stefano Amirante, Bellugi ha scelto di essere processato con il rito abbreviato, richiesta accolta dal giudice. Oggi, il 40enne è comparso in aula in Tribunale a Como. Il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Massimo Astori, ha chiesto una condanna a 16 anni. La sentenza del giudice Laura De Gregorio prevede una pena di 15. Le motivazioni saranno depositate entro 70 giorni. “Quando leggeremo le motivazioni valuteremo se ricorrere in appello – commenta l’avvocato Amirante – Bellugi si è scusato dal primo giorno e oggi non ha parlato in aula”.
Presenti il figlio della vittima Roberto Cristofaro con la moglie e il figlio, che si sono costituiti parte civile, assistiti dal legale Luca Calabrò. Il giudice ha riconosciuto a tutti una provvisionale immediatamente eseguibile in attesa della definizione del risarcimento in sede civile. “Mi aspettavo una condanna più pesante per quello che ha fatto a mia mamma – ha detto il figlio di Celestina dopo la lettura della sentenza – Speriamo che almeno sconti tutto, ma mi aspettavo una pena di più anni”.
Non si è costituita parte civile e non era in tribunale l’altra figlia della vittima e compagna di Bellugi. L’omicidio sarebbe scaturito al termine dell’ennesima lite tra il 40enne e Celestina. La pensionata è stata accoltellata a morte nel retro della palazzina di via Cartesio. La vittima viveva al piano terra, la figlia con Bellugi al piano superiore. Dopo aver colpito la pensionata, il 40enne si è allontanato, lasciando la donna agonizzate, per costituirsi poco dopo ai carabinieri della compagnia di Cantù, che hanno poi condotto le indagini.