Avrebbe ammesso di avere avvicinato la ragazza per chiederle delle sigarette, e anche qualche moneta. Avrebbe però negato tutto il resto, ovvero di essersi abbassato i pantaloni, di averle mostrato i genitali e di aver cercato di palpeggiarla.
Si è svolto stamattina, in teleconferenza tra il Palazzo di Giustizia e il carcere del Bassone di Albate dove è rinchiuso, l’interrogatorio del 19enne somalo arrestato sabato per le presunte violenze avvenute in via Mentana a Como, con vittima una ragazza 23enne che aveva appena parcheggiato l’auto.
Lo straniero è assistito dall’avvocato Loredana Marziotti, che al momento non ha formulato istanze.
Il giudice delle indagini preliminari di Como, Francesco Angiolini, ha comunque convalidato l’arresto disponendo la permanenza in carcere del sospettato.
Il 19enne somalo avrebbe raccontato di essere in Italia da un anno e 7 mesi, e di non avere alcun precedente con la giustizia: risulta infatti incensurato.
Ora toccherà all’inchiesta – coordinata dal pubblico ministero Massimo Astori – cercare di far luce sulle questioni che ancora devono essere chiarite.