Ha patteggiato quattro anni di reclusione, di fronte al giudice dell’udienza preliminare, Antonio Ballan, il 41enne accusato di aver esploso il colpo di pistola che ha ucciso Roberto Fusi, comasco 52enne.
Delitto avvenuto in un appartamento di un condominio di via Teresa Ciceri il 7 marzo scorso. Durante una serata tra amici, i presenti chiesero a Ballan di vedere le sue armi regolarmente detenute (tranne una che è poi stata sequestrata). L’indagato aveva tolto tutti i caricatori. Per cui non ebbe nulla da obiettare alla richiesta della vittima di far finta di sparargli con una pistola dotata di puntatore laser. Il colpo però era in canna e l’amico rimase ucciso da un proiettile che lo raggiunse alla fronte.
A omicidio avvenuto, due amici scapparono di casa spaventati. Ballan, di professione autista di pullman, sotto shock avrebbe caricato il corpo dell’amico in macchina e avrebbe percorso la Lariana fino ad una piazzola di Pognana Lario dove avrebbe lasciato il cadavere.
L’indagine era stata conclusa in pochissimo tempo, e perfezionata con l’ammissione di colpa del sospettato che è finito di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como, Laura De Gregorio, per ratificare il patteggiamento a quattro anni.
L’uomo ha dovuto rispondere alle accuse di omicidio colposo, occultamento di cadavere, porto illegale della pistola e della detenzione illegale di una carabina calibro 22. In casa infatti i carabinieri gli trovarono un vero e proprio arsenale: i militari sequestrarono una semiautomatica Beretta, una rivoltella calibro 357 magnum, una pistola calibro 48 e un fucile a pompa calibro 12, oltre a un lungo elenco di caricatori e cartucce.