Da una parte il turismo che piange e parla da tempo di stagione compromessa e di rischio flop anche a settembre, dall’altra il settore della ristorazione, i pubblici esercizi e il commercio, tutti con i conti ancora in rosso. Poca voglia di spendere se non per l’indispensabile, per tante famiglie, che hanno almeno un componente con il posto di lavoro a rischio. Fattore “mascherina obbligatoria”, che incide, anche a livello psicologico, sui possibili clienti svizzeri, ad esempio, che non l’hanno mai dovuta indossare. “Iniziamo con i bar: prima vendevano 200 brioches al giorno, adesso una decina”, commenta il presidente di Confcommercio Como, Giovanni Ciceri. “La gente percepisce ancora un senso di paura, nonostante tutte le attenzioni che vengono messe in atto per la sicurezza dei clienti. Ma è comprensibile”. Ciceri dà poi una serie di numeri sulla situazione provinciale. “Abbiamo stimato che su 100 persone oggi solo 30 sono disposte a tornare a sedersi in un ristorante. La percentuale raddoppia se si tratta di un locale all’aperto. Per quanto riguarda il lavoro, anche chi ha riaperto ha visto un calo di almeno il 50%. Stanno lavorando discretamente alcuni locali del centro che hanno potuto allargare lo spazio esterno. Però si deve fare sempre grande attenzione al comportamento dei clienti, perché sono sempre gli imprenditori a rischiare in prima persona”. I controlli sono severi e sono arrivate anche alcune chiusure.
“E’ presto per giudicare i benefici della riapertura della frontiera con la Svizzera – dice Marco Cassina, presidente di Federmoda Como di Confcommercio – Vediamo nel weekend, ma l’uso della mascherina è di certo un deterrente per gli svizzeri che non ne hanno mai avuto l’obbligo”.
“Se parliamo in generale, il calo del commercio, anche per chi ha ripreso è ancora superiore al 30% rispetto ai numeri precedenti il lockdown – dice Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como – Il cliente svizzero per ora si è solo affacciato, speriamo che questo weekend segni un primo vero ritorno dell’acquisto a Como da parte dei ticinesi. Purtroppo fino a quando non ci sarà un ritorno a una normalità oggettiva, ad iniziare con il togliere le mascherine è difficile parlare di ripresa”.
Basta museruole !! È una farsa
e allora togliamole ste mascherine.