Il potenziamento al 110% dell’Ecobonus per l’edilizia può generare una scossa positiva all’economia. Ma occorre fare sistema tra i vari attori economici in campo: la partita è decisiva per uscire dal tunnel della crisi.
Cna, ad esempio, apprezza che nel Decreto Rilancio sia stata introdotta la possibilità di trasformare le detrazioni in crediti fiscali cedibili anche alle banche e intermediari finanziari. Anzi, auspica che il contributo venga esteso anche alle seconde case e agli immobili strumentali. Ma è critica sulla conferma dello sconto in fattura che, si legge in una nota, «trasferisce, in modo assolutamente ingiustificato, alle imprese l’onere di anticipare il contributo statale riconosciuto al committente. Si tratta di una discriminazione e penalizzazione nei confronti delle imprese più piccole». Centrale sarà, per rendere efficiente l’Ecobonus, il ruolo del sistema bancario.
La valutazione del presidente della Bcc Brianza e Laghi, Giovanni Pontiggia, è a tal proposito netta: «È molto apprezzabile che associazioni di impresa come Cna e la stessa associazione degli Edili, l’Ance, ci abbiano coinvolti proprio per trovare strategie comuni allo scopo di permettere al territorio di giocare al meglio la carta dell’ecobonus, che è una ottima occasione di ripresa per settori che in questo momento sono in difficoltà. Ma occorre puntualizzare un aspetto: meglio non precorrere i tempi. Occorre invece partire con le idee chiare su quello che è necessario fare e quindi costruire modalità operative che non riservino sorprese in corso d’opera. In altre parole, solo dopo la conversione ufficiale del decreto avremo tracciata la strada in modo univoco, ossia conosceremo i limiti entro i quali potremo operare. Servono procedure snelle, perché siamo di fronte a uno strumento che chiama in scena più attori e viene spalmato su più anni. Partire bene quindi ritengo sia assolutamente fondamentale».
Il rilancio per quanto concerne l’Ecobonus non può prescindere da regole chiare e condivise, come sottolinea Pasquale Diodato, presidente del gruppo Edilizia della Cna di Como: «Non c’è affatto chiarezza e per questo la gran parte dei lavori sono tuttora fermi. – dice – Attendiamo la fine del mese per avere risposte a livello nazionale su questo tema. Le oltre duemila aziende che operano nell’edilizia nella nostra provincia ne hanno bisogno, anche perché si tratta di interventi da programmare con la bella stagione».