«Non si possono tradire così i lavoratori e le comunità di frontiera»: i parlamentari del Partito Democratico, Chiara Braga e Alessandro Alfieri, commentano così la lettera inviata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dal presidente uscente del Canton Ticino, Christian Vitta, ai ministri dell’Economia di Roma e Berna relativa all’imposizione fiscale sui frontalieri. Nel 2015 i due Paesi hanno trovato un accordo con cui porre fine all’imposizione esclusiva della Svizzera sui lavoratori italiani oltreconfine, datata 1974. Accordo che però è rimasto in sospeso e non è ancora stato firmato. Nel documento, che i parlamentari dem definiscono “sconcertante”, il governatore Fontana chiede di accelerare i tempi per arrivare a siglare l’intesa, che imporrebbe una tassazione sui lavoratori frontalieri anche in Italia. «La prima cosa che lascia sgomenti – dicono Braga e Alfieri – è la data della lettera: 30 aprile 2020. Nel pieno della più grave emergenza sanitaria che abbia mai colpito la Lombardia e che sta stravolgendo l’economia di frontiera, Fontana, al posto di mettere in campo misure per rilanciare i territori di confine, chiede subito un nuovo accordo fiscale sfavorevole per Comuni e frontalieri. Il presidente chiede che per i lavoratori oltreconfine sia applicato il nuovo regime fiscale senza correggere le criticità che avevano portato i parlamentari del Pd a fermarlo, e chiede addirittura che sia applicato da subito e senza gradualità ai nuovi frontalieri. Inoltre – proseguono i parlamentari dem – cerca di mettere mano sulla gestione dei ristorni, chiedendo che almeno il 50% dell’extra gettito derivato dalla nuova tassazione sui frontalieri sia gestito dalla Regione Lombardia e non direttamente versato ai Comuni». Braga e Alfieri si dichiarano totalmente in disaccordo con l’azione di Fontana, «nel metodo e nel merito». «È goffo – concludono – il tentativo del governatore lombardo di vendere questa lettera come il frutto di un percorso condiviso con sindacati e sindaci».