La Democrazia Cristiana è tornata, o forse non se n’era mai andata. Un pensiero comune, dentro e fuori dal Parlamento, a poche ore dall’elezione di Sergio Mattarella a nuovo capo dello Stato. Il neo presidente della Repubblica, del resto, già ministro con Goria, De Mita e Andreotti, ha militato per anni nella Dc. E non sono in pochi oggi, anche sul Lario, a vedere nella sua elezione una sorta di rivincita della Democrazia Cristiana, quantomeno per quanto riguarda il superamento della logica delle appartenenze. Ne è convinto Giovanni Pontiggia, presidente della Banca di credito cooperativo dell’Alta Brianza ed esponente di spicco di quella che fu la Dc in provincia di Como.
“Penso che Sergio Mattarella – dice – possa costituire un giusto punto di riferimento istituzionale e che le sue capacità possano essere una valida garanzia per il nostro Paese. Come Giorgio Napolitano il nuovo presidente saprà conciliare gli interessi di tutti. La votazione odierna ha rappresentato il definitivo superamento della logica delle appartenenze agli schieramenti politici. Forse, a posteriori si può dire che è stato liquidato troppo in fretta il grande patrimonio di valori e di ideali della Dc”.
“Non è la Dc che ritorna, a tornare è quella scuola che ha formato gli uomini. Questa è la verità. E io non posso che esserne felice” afferma Paolo Frisoni già assessore democristiano a Como e oggi nella giunta di Mario Lucini. “Sergio Mattarella è una persona che ha sempre servito il Paese e ha sempre dimostrato grande coerenza, arrivando a dimettersi – conclude – quando non condivideva le scelte del governo di cui era ministro”.