Test sierologici al via anche a Como, questa mattina i primi prelievi sono stati effettuati in via Napoleona, nel padiglione che ospitava la Radioterapia. Una decina i pazienti sottoposti all’esame che serve a verificare se un organismo ha sviluppato gli anticortpi contro il coronavirus.
Dopo i primi pazienti di oggi, si proseguirà dal 4 maggio. Sulla base degli elenchi che vengono trasmessi dall’Ats Insubria saranno attivati anche a Mariano Comense (al centro prelievi del Felice Villa con percorso separato da chi deve svolgere esami di routine) e Menaggio (in un tendone che è stato posizionato di fronte alla farmacia ospedaliera).
La procedura prevede che il cittadino che deve effettuare li test (cioè chi è stato messo in isolamento fiduciario al domicilio da Ats o dal medico di medicina generale) viene contattato e indirizzato, in base alla propria residenza, in uno dei tre centri. Viene fatto un prelievo e il sangue viene inserito in una provetta dedicata. Le provette vengono portate al laboratorio dell’ospedale Sant’Anna per l’elaborazione in un apposito macchinario, quello di San Fermo è l’unico sul territorio. “Trattandosi di un macchinario che viene utilizzato per molti altri tipi di esame – dice Giuseppe Maurizio Catanoso, direttore dell’Unità Operativa di Patologia Clinica-Laboratorio Analisi – abbiamo valutato di poter dedicare per questi esami sierologici tre/quattro ore al giorno e quindi di poter arrivare ad eseguire quotidianamente circa cinquecento test”.
Il risultato del test può essere negativo. “Questo significa – spiega ancora Catanoso – che presumibilmente il soggetto non ha anticorpi o ha un livello molto basso di anticorpi diretti contro il virus”. Di fronte a un esito positivo “Significa che il soggetto è stato a contatto con il virus – sottolinea il primario – e in ogni caso questo risultato deve essere interpretato in associazione agli aspetti clinici. Attenzione poi perché i dati attualmente a disposizione della letteratura scientifica non ci consentono ancora di poter conferire, attraverso questo risultato, una patente di immunità”. Sulla base delle indicazioni regionali, in caso di esito positivo, il paziente dovrà effettuare anche il tampone nasofaringeo.