Dalla mancata gestione dei pazienti Covid a domicilio, ai ritardi nei tamponi nelle case di riposo, passando per l’iniziale mancanza di dispositivi di protezione: gli esponenti di Cgil Cisl e Uil Funzione Pubblica criticano con decisione la gestione lombarda del contagio.
Con l’iniziativa “iocimettolavita”, propongono di condividere e inviare una cartolina virtuale ad Ats Insubria e Regione Lombardia per sottolineare alcune richieste, tra le quali una riorganizzazione del lavoro (e degli incentivi economici) più adeguata emergenza, dispositivi di protezione e tamponi per tutti gli operatori sanitari.
“Utilizzando le unità assistenziale, i pazienti Covid meno gravi non sarebbero finiti in ospedale, e la propagazione del virus sarebbe diminuita, come accaduto in Veneto- ha detto Vincenzo Falanga, della Uil Funzione Pubblica del Lario – Ad oggi la media dei temponi regionali dall’inizio dell’emergenza è 4.500 al giorno. Se ipotizzassimo una campagna di screening per tutti i lombardi ci vorrebbero 456 giorni”.
“La tamponatura in misura importante è iniziata solo nell’ultima settimana ed è un ritardo enorme. Nelle case di riposo e nelle strutture residenziali la situazione è drammatica, il sistema è al collasso – ha aggiunto Alessandra Ghirotti (Cgil Funzione Pubblica) – Il 30% degli operatori è o positivo, o in quarantena o a casa in malattia con i sintomi del Covid-19”.