Il contagio, fortunatamente, non ha investito tutta l’Italia con la stessa violenza e la stessa rapidità con le quali ha travolto la Lombardia. La stessa Lombardia che, per voce del presidente Fontana, ora spinge verso una graduale riapertura. “La Lombardia deve ripartire, certamente in sicurezza ma deve ripartire, perché se non produce la Lombardia si ferma tutto il Paese”, ha aggiunto il sottosegretario Fabrizio Turba.
In Veneto la situazione sembra essere in via di miglioramento, al punto che il governatore Luca Zaia immagina un’apertura parziale e anticipata rispetto al 4 maggio: “Un passo in più potrebbe essere allentare in modo prudente e ragionato”, ha detto.
In altre zone – leggi Piemonte, ventimila casi a ieri – la diffusione del virus è partita più tardi, ed è legata prevalentemente alla difficile situazione delle case di riposo.
Nel centro e sud Italia, infine, il contagio è stato molto limitato, specie se paragonato a quello registrato nel nord. Ma ci sono governatori che si oppongono con forza alle spinte lombardo-venete di ripartenza. Uno su tutti Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che dice: “Se dovessimo vedere una corsa in avanti da parte di regioni dove il contagio è ancora forte, la Campania chiuderà i suoi confini. Faremo un’ordinanza con la quale vieteremo l’ingresso di cittadini provenienti dalle regioni nelle quali il contagio è pienamente in corso“.