Coronavirus «fase 2»: Governo e regioni sono al lavoro per valutare come e quando riaprire, ma sembra certo che un primo allentamento delle restrizioni arriverà in modo graduale allo scadere dell’ultimo decreto del presidente Conte, dal 4 maggio.
Quello che è certo è che le misure di tutela della salute ci accompagneranno ancora per molto tempo, ieri l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha reso noti i 6 requisiti necessari per passare alla «fase 2», sottolineando come ancora «nessuna nazione risponde a tutti i criteri ma ogni Paese deve agire valutando il rischio». In particolare si chiede di «controllare la trasmissione del contagio; avere un sistema sanitario capace di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintracciare ogni contatto; ridurre al minimo i rischi in strutture sanitarie e case di cura; attuare misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano; i rischi di importazione di contagio devono essere gestiti e le comunità devono essere pienamente istruite».
Dal 4 maggio verranno introdotti termoscanner per la misurazione della temperatura corporea all’interno degli ambienti lavorativi e a disposizione per gli addetti a contatto con il pubblico, unitamente a guanti, gel disinfettanti e mascherine con i quali dovremo convivere ancora per lungo tempo; mentre grazie ad un’app per i telefoni sarà possibile mappare gli spostamenti di ogni persona risultata positiva, così da poter ricostruire movimenti e rete di contatti a rischio.
Riguardo alle attività, edilizia, moda, automobili e metallurgia premono per ripartire anche prima della fine di aprile: più probabile il 4 maggio, data sulla quale si stanno accavallando diverse ipotesi. Tra le più plausibili, verrà permessa la libera circolazione delle persone con mascherine e distanziamento, la riapertura di negozi tessili, di arredamento e di abbigliamento ma con ingressi scaglionati; a seguire lungo il mese di maggio: la riapertura dei tribunali; quella di bar e ristoranti con distanze da rispettare fra i clienti; ed infine di parrucchieri e barbieri con obbligo di mascherina e ingressi singoli.
Buone speranze anche per l’estate al mare, ma se arriverà –e come- il nulla osta, l’invito è a preferire i litorali italiani per aiutare la nostra economia.