I pascoli sono a rischio, troppi cinghiali in giro, e le semine del mais rischiano di essere compromesse: la situazione è drammatica in Val Menaggio, ma le segnalazioni arrivano da tutti i territori di Como e Lecco.
E’ la denuncia di Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale. Ma l’allarme non riguarda solo il granoturco – produzione strategica per il territorio- ma si estende anche ai vigneti alla coltivazione di ortaggi, fino alla situazione allarmante dei prati stabili, con un bollettino di guerra che si rincorre dal Lecchese alla Valle Intelvi, alla Valsolda e che in questi giorni risulta drammatico in Val Menaggio, dove i selvatici si muovono a branchi di decine e decine di capi, travolgendo anche le recinzioni.
Non solo cinghiali ma anche cervi, nelle settimane dell’emergenza coronavirus, si muovono per il territorio ancor più indisturbati incoraggiati dalla scarsa presenza umana e dal traffico pressoché assente, raggiungono perfino i centri urbani, comprese le città capoluogo, avvicinandosi alle strade e alle case.
“Così non si può più continuare, è una questione non solo economica ma di sicurezza e ordine pubblico”, commenta Trezzi: “Stiamo pagando caro ciò che non è stato fatto negli anni passati: e ora occorre prendere in mano al più presto il problema e dare risposte urgenti e concrete all’agricoltura e ai cittadini”.
Ad essere a rischio sono soprattutto i raccolti e la fienagione, che entrerà nel vivo il prossimo mese di maggio, alla base della filiera agricola.
Una situazione aggravata dal fatto che – evidenzia la Coldiretti – con l’emergenza coronavirus, sono stati sospesi i servizi di contenimento sul territorio nazionale.
Il presidente Trezzi conclude nel rinnovare l’appello, rivolto anche ai cittadini, a “denunciare sempre i danni e segnalare la presenza dei selvatici sul territorio. E, se possibile, avvisate anche noi di Coldiretti. Al di là del risarcimento dei danni, in ogni caso subordinato a lunghi iter procedurali, ciò serve a dare il polso della situazione, a fare massa critica per chiedere interventi risolutivi a quanti devono provvedere. Il pressing che stiamo attuando in questi mesi è evidente, a difesa sia delle imprese agricole associate, sia dell’intera collettività”.