“Il Ticino è in prima fila nell’emergenza, con il triplo di persone malate rispetto alla media svizzera, anche a causa delle vicinanza con il nord Italia”. “Siamo in una situazione di crisi, quindi è necessario essere flessibili, tenendo conto anche dalle diverse realtà cantonali.
La disputa tra Ticino e Berna sulle misure adottate dal cantone per contenere la diffusione del contagio da coronavirus ha trovato una soluzione: il Consiglio di Stato, ha infatti introdotto una sorta di ‘clausola Ticino’, che entrerà in vigore retroattivamente il 21 marzo. L’articolo 7d dell’Ordinanza sul coronavirus prevede che in casi eccezionali i Cantoni possono adottare provvedimenti che vanno oltre quanto previsto dal Consiglio federale e al momento il cantone di lingua italiana sarebbe l’unico ad avere i requisiti previsti. Tale decisione si riferisce in particolare alla chiusura di imprese e cantieri, ma non alle disposizioni dalle autorità cantonali ticinesi, legate al divieto agli over 65 e alle persone a rischio di andare a fare spesa: le raccomandazioni per i 65enni -ha invece sottolineato la Confederazione- restano quelle restare a casa.
Nel frattempo la pandemia avanza anche in Svizzera, secondo i dati comunicati questa mattina dall’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), in 24 ore, i nuovi casi positivi sono 1’390, per un totale, di 12’161. I morti sono 197.
Per quanto riguarda il Ticino, lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC) e l’Ufficio del Medico cantonale hanno confermato 9 nuovi decessi legati al COVID-19, raggiungendo un totale di 76, mentre i nuovi casi di contagio registrati sono 287, per un totale di 1’688 casi dal 25 febbraio 2020. Dal 24 febbraio invece sono stati effettuati 97’012 test, di cui il 12% con riscontro positivo, afferma l’Ufsp.