Nuovo Sinigaglia, i cittadini si riuniscono nel comitato civico “Tutela della zona Stadio” con l’obiettivo di salvaguardare l’integrità e la funzionalità dell’equilibrio urbano della viabilità. Il comitato si è costituito il 15 aprile scorso ma soltanto oggi è stata diffusa la notizia direttamente dai portavoce: l’avvocato Mirella Quattrone e l’architetto Andrea Prayer che parlano “di un organismo spontaneo, apartitico e indipendente, formato dai cittadini uniti dalla volontà di difendere uno dei luoghi più identitari della città”.
Di fatto una risposta al progetto presentato dal Como 1907 in Comune lo scorso 4 febbraio che porterebbe la capienza a 15mila posti e ad una struttura, più imponente nei volumi, che prevede anche attività commerciali e turistico ricettive oltre alla pedonalizzazione della zona.
Gli esponenti del neonato comitato – la cui adesione è libera e aperta – si dicono consapevoli della necessità di un adeguamento funzionale dell’attuale impianto, ma allo stesso tempo parlano di una “esigenza urgente di difendere questa porzione straordinaria di territorio urbano da trasformazioni urbanistiche invasive, non sostenibili e potenzialmente dannose per la vivibilità cittadina, il paesaggio e la fruibilità delle aree”.
Il comitato si propone di “favorire una visione lungimirante in cui – si legge nella nota diffusa – lo sviluppo urbanistico non sia meramente speculativo ma generi valore condiviso e protezione del territorio per le generazioni future a discapito – viene sottolineato – di una prospettiva di un nuovo stadio multifunzionale di dimensioni e impatti sproporzionati o con funzioni commerciali e turistiche eccessive rispetto al contesto storico e naturale”.
Gli obiettivi del comitato
La richiesta di accesso agli atti non ha ancora avuto risposta – dicono ancora i promotori – e il Comitato chiede di partecipare alla Conferenza dei Servizi, fissata per il prossimo 27 maggio 2025 “per orientare il progetto verso una maggiore sensibilità ambientale e paesistica”. Tra gli obiettivi che si pongono i cittadini: coinvolgimento, confronto, partecipazione, trasparenza, organizzazione di incontri e dibattiti per creare sinergie con altre realtà e elaborare proposte alternative. E poi ancora sicurezza, vivibilità dei luoghi, la difesa dell’identità storica e architettonica dell’area, promozione di una riqualificazione rispettosa e sostenibile dell’esistente.
“La nostra non è una posizione contro il cambiamento ma un’iniziativa per orientarlo nella direzione del rispetto, della coerenza urbanistica e del coinvolgimento democratico”. Viene ribadito. “Como – si legge infine – merita progetti all’altezza della sua storia e del suo paesaggio”.