“E’ ora di superare la tassa della salute e tornare a convocare il tavolo interministeriale per affrontare i veri problemi del lavoro di frontiera”. Le organizzazioni sindacali italiane e svizzere fanno fronte comune e firmano un appello comune per ribadire la contrarietà al contributo per la sanità e chiedere un incontro urgente.
Le criticità
“A oltre un anno e mezzo dall’entrata in vigore della famigerata tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, le regioni di confine non hanno proceduto alla definizione delle modalità attuative che ne possano consentire l’applicazione – scrivono nella nota le organizzazioni sindacali – Le ragioni sono a noi chiare fin dalla prima ora: il nuovo ingiustificato balzello reintroduce la doppia tassazione ai frontalieri, una circostanza che conferma gli indizi di incostituzionalità della legge. Il reddito imponibile per applicare l’imposta inoltre non è disponibile. Infine, la dimensione del prelievo fiscale non può rappresentare, per dimensioni e modalità, un deterrente a migrare in Svizzera per il personale sanitario italiano”.
Le Regioni
“Nelle scorse ore, i nostri dubbi sono diventati patrimonio comune anche di parti consistenti della politica regionale – aggiungono i sindacati – alla contrarietà espressa dal Piemonte, al silenzio di Valle D’Aosta e Alto Adige, si sono recentemente aggiunti distinguo anche nella maggioranza che governa Regione Lombardia. E’ evidente che i ventuno mesi di mancata applicazione del provvedimento non riguardino solo l’iter fisiologico di adozione, ma attengano con tutta evidenza alla natura stessa del provvedimento”.
L’appello per un incontro
“Nel ribadire la netta contrarietà al provvedimento – è la richiesta delle organizzazioni sindacali – riteniamo che a seguito della convocazione della prima seduta del tavolo interministeriale del 24 febbraio scorso, si possa proseguire con la definizione del regolamento di funzionamento dello stesso, necessario per poter procedere con la fase operativa che sollecitiamo, nel quale poter finalmente aprire le discussioni sui problemi veri del lavoro frontalieri”.