“Impegnarsi in modo costruttivo nel dialogo e nella negoziazione per evitare danni reciproci”. È l’appello comune lanciato oggi dalle regioni che rappresentano i ‘Quattro Motori per l’Europa’, Regione Lombardia, Auvergne-Rhône-Alpes (Francia), Baden-Württemberg (Germania) e Catalogna (Spagna), riunite a Villa Ponti a Varese in occasione del passaggio della presidenza di turno dalla Lombardia alla Catalogna. Una visione condivisa a fronte dei dazi imposti da Trump, anche se nelle ultime ore gli scenari sono cambiati, con l’annuncio statunitense di una tregua di 90 giorni nei confronti di alleati e partner internazionali, con una linea dura che viene però mantenuta con la Cina. La pausa, comunicata attraverso un messaggio sui social, prevede ora l’applicazione di un dazio minimo e uniforme del 10% su tutte le importazioni.
“Siamo uniti nell’opporci alla mossa unilaterale dei dazi e riaffermiamo l’impegno a favore di un sistema commerciale globale basato su regole. – hanno sottolineato i quattro presidenti riuniti – I dazi non sono la soluzione, ma creano inutili barriere commerciali, attriti e incertezze. Il risultato è un danno per i lavoratori, le imprese e i consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. La storia ha dimostrato che queste misure non fanno che approfondire le divisioni e indebolire tutte le economie coinvolte”.
Il commercio tra gli Stati Uniti e l’Europa rappresenta quasi il 30% del commercio globale di beni e servizi e il 43% del PIL mondiale. Insieme, le regioni dei Quattro Motori per l’Europa rappresentano più di un decimo delle esportazioni totali dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti d’America. Per questo, i quattro presidenti oggi riuniti hanno sostenuto una risposta forte, congiunta e coordinata da parte dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che cerchi di evitare un’ulteriore escalation.
Lo sguardo si rivolge inevitabilmente anche ad altri mercati. “I Quattro Motori per l’Europa” – si legge in una nota congiunta – promuoveranno attivamente la ricerca di nuovi mercati e nuove opportunità per le loro economie, confrontandosi con le istituzioni nazionali ed europee”.